il tetto a scomparsa !



Il problema comunque era risolto solamente in parte, la cellula del BMW C1 rigida era e rigida restava : anche in pieno sole giravi con il tuo bel tetto duro sulla testa (e con il tuo passeggero appeso dietro come una "cozza"!). 


La vera rivoluzione, il vero scooter "cabrio" quindi, doveva ancora arrivare : ci ha pensato l'ingegner Nicola Pozio che per primo, alla trasmissione I cervelloni, ha presentato un prototipo di scooter cabrio, scoperto quindi ma copribile all'occorrenza con un tettuccio semirigido da portare sempre con se all'interno di un bauletto concepito come un naturale prolungamento dello scooter. 

In pochi credettero a quell'esperimento data anche la naturale riottosità degli italiani in genere, pronti ad accettare mode stravaganti quasi su tutto (e soprattutto se di importazione estera !), ma estremamente restii ad abbandonare il concetto di scooter tradizionale ("cosa diranno i miei amici se giro con questo affare con il tetto ?").

Solo l'italianissima Benelli, grazie alla lungimiranza dei dirigenti, prese in considerazione il progetto e, apposto il marchio della casa, iniziò la produzione e commercializzazione del primo Benelli-Adiva (la piccola ditta costituita dall'ing. Pozio).
L'innovazione era totale, anche perchè il passeggero qui era interno all'abitacolo ed anch'egli con un tetto sulla testa !

Motorizzato con un propulsore L.E.A.D.E.R della Piaggio (collaudato motore affidabilissimo anche se non proprio brillante !), venne proposto nelle versioni 125 cc (soprattutto per il mercato francese o straniero in genere), e 150 cc (quest'ultima cilindrata molto più adeguata alla stazza ed alla caratteristiche del mezzo).

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coperti !

esatto . . . ! soprattutto scooter coperti oppure piu' protettivi possibile, in modo da far rimpiangere poco l'automobile !
I primi esperimenti di questo tipo sembravano piuttosto disegni di un inventore eccentrico : trabiccoli traballanti che davano l'impressione di potersi sfasciare da un momento all'altro; d'altronde bisognava fare i conti anche con l'inevitabile resistenza all'aria di qualunque carenatura abbastanza imponente da poter riparare almeno il pilota del mezzo.




Poi, la progressiva difficoltà di circolazione delle nostre città e la crecente necessità di mobilità veloce ed economica ha portato ai primi progetti seri ed ai primi veri scooter a protezione totale.
La prima grande azienda a prendere in considerazione l'idea è stata BMW con la sperimentazione e successiva commercializzazione del modello C1, varato nelle versioni 125 e 200cc







Il mezzo portò una vera rivoluzione nel panorama delle due ruote anche perchè, grazie alla cellula di sicurezza che costituisce l'abitacolo (collaudata con il crash-test), rimane ancora oggi l'unico motociclo che è possibile guidare senza casco (ma con l'obbligo delle cinture di sicurezza per rimanere aderenti, appunto, all'abitacolo a prova di urto).


Piuttosto macchinoso nei movimenti a bassa velocità, con un baricentro necessariamente alto visto lo sviluppo in altezza di una struttura consistente dal punto di vista del peso e della robustezza, presenta una ulteriore caratteristica, (personalmente molto criticabile), del trasporto esterno del passeggero che deve alloggiare obbligatoriamente sullo strapuntino posteriore esterno all'abitacolo, avvinghiato all'abitacolo tramite due maniglioni appositi e . . . con il casco !


A parte queste caratteristiche, il mezzo ha avuto un discreto successo decretato anche da una notevole qualità costruttiva (BMW è una garanzia !) e dalla novità del progetto (anche se il prezzo non è mai stato sicuramente tra i piu' economici!).


Conta ancora schiere di appassionati (anche se non è più in produzione da parecchio tempo) che hanno anche un club dedicato : http://www.bmwc1club.com/

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. . dal principio . . !


Sgombriamo il campo da equivoci: si, sono un sostenitore dello scooter sempre e comunque e pur non odiando l'auto (ne devo usufruire necessariamente per spostamenti lunghi o trasporto cose !), ritengo che potremmo ragionevolmente diminuirne progressivamente l'utilizzo con risparmio per il pianeta (e per le nostre tasche !)
Ovviamente, gli scooter (anzi, i due ruote in genere ed oggi come oggi neanche piu' due ma anche i TRE ruote !) che possono candidarsi a sostituire l'auto devono avere delle caratteristiche di un certo tipo che possano ovviamente migliorare confort e protezione verso le intemperie ed i percorsi all'aria aperta in genere.
Molti di voi, pur esasperati dall'auto, avanzeranno proprio questa perplessità al riguardo, magari vivendo in regioni non propriamente baciate dal clima e quindi obbligati a rinunciare alle due ruote per buona parte dell'anno.
Ebbene : da qualche tempo a questa parte alcuni costruttori hanno incominciato a pensare che il mercato degli automobilisti esasperati potrebbe diventare interessante e che qualche progetto alternativo potesse esser degno di nota.
Sono quindi nati prototipi di scooter a gas, scooter elettrici ma soprattutto . .
. . . continua . . .

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